La suggestiva cornice della piazza Pertini di Castroreale in provincia di Messina, una piccola perla dei Peloritani, accoglie da oltre un decennio un festival diretto con passione da Piero Salvo insieme a un ristretto numero di validissimi collaboratori.
Dopo la serata iniziale, dedicata al violoncellista Ernest Reijseger in trio con Harmen Fraanje e Mola Sylla, l’apertura della parte centrale del festival, articolata in tre serate consecutive con un eccezionale riscontro di pubblico, è stata affidata a un duo inedito, quello tra la pianista Rita Marcotulli e il sax tenore e il clarinetto di Francesco Bearzatti. Entrambi vivono momenti particolarmente felici delle rispettive carriere, e a Castroreale hanno avviato un dialogo espressivo e coinvolgente volto a far incontrare le proprie differenti estetiche. Hanno messo in campo alcune delle proprie belle composizioni (di Bearzatti Shirley In Amsterdam, Soap Bubble, della Marcotulli Presenze e Miguilim), e noti standard come In Your Own Sweet Way e Over the rainbow, riservandosi dei brevi separietti in solo, la pianista con alcuni brani tratti dal suo cd dedicato a François Truffaut «The Woman Next Door» e Bearzatti con delle interpretazioni originali e creative di Caravan e Mood Indigo, quest’ultima esponendo il tema contemporaneamente con il tenore e metà del clarinetto.
Simone Zanchini ha portato in Sicilia il suo ZZ Quartet, gruppo che ha costituito con il chitarrista croato Ratko Zjaca e che si avvale della presenza di un batterista mitico come Adam Nussbaum e di un contrabbassista macedone, Martin Gjakonovski. Un repertorio di brani originali composti dai co-leader, alcuni (quelli di Zjaca) con atmosfere da fusion acustica elegante e aggiornata, altri più debitori di matrici etniche o legate alla tradizione jazzistica, e un utilizzo estremamente moderato e controllato dell’elettronica da parte di Zanchini. Un quartetto tecnicamente ineccepibile, alla ricerca di una compostezza formale che non giova pienamente agli esiti musicali, più consistenti nelle esperienze del grande fisarmonicista italiano maggiormente aperte all’improvvisazione, tuttavia da valutare in altre occasioni concertistiche e nell’ascolto del cd pubblicato nel 2010 dalla tedesca In And Out Records, «The Way We Talk».
A concludere il festival, un momento di importanza eccezionale per la Sicilia: la prima esibizione nell’isola del grande contrabbassista francese Renaud Garcia-fons, accompagnato dal chitarrista spagnolo Kiko Ruiz e dal percussionista francese Pascal Rollando. Il riferimento musicale del trio è il cd «Arcoluz», pubblicato dalla Enja nel 2005: un flamenco jazz aperto alle musiche del mediterraneo, con escursioni sino all’India e al Sudamerica. Una sintesi mirabile e di grande impatto, basata sul virtuosismo del leader, mai fine a sé stesso ma posto al servizio di una espressione musicale alta ed ecumenica. Il contrabbasso a cinque corde (è aggiunto un do acuto), suonato spesso con l’archetto, ben si coniuga con la chitarra flamenco di Ruiz, che si ritaglia spazi solistici di rilievo. Un repertorio di brani originali, tra cui un flamenco Soleà e un flamenco Bulerìas, sino al bis, una giga per solo contrabbasso resa a velocità inimmaginabile.
P. Fugaldi – Jazz Italia 2011